sabato 15 settembre 2007

Lucidare il legno


La lucidatura serve ad ottenere una superficie protetta, nonché lisca e brillante.

Prima di lucidare il legno è necessario levigare. Relativamente ai mobili antichi la levigatura è preceduta dalla sverniciatura. Quindi la lucidatura a volte è preceduta dall’operazione di sverniciatura e levigatura. Per aver un buon risultato la sverniciatura deve essere realizzata con la massima cura, portando allo stato grezzo le superficie del mobile in ogni suo punto, usando un prodotto a base di metilene. Dopo aver sverniciato tutte le superficie del mobile interessato, si passa alla levigatura a mezzo carte vetrate, pagliette,ecc. dopo aver trattato le parti interessate con il turapori. In sintesi, relativamente alla sverniciatura usare preferibilmente uno sverniciatore con cloruro di metilene ; applicare lo sverniciatore con un’apposita spazzola di nylon proteggendosi con i guanti e aspettare 10/15 minuti. Togliere, quindi, con una spatola la pellicola gonfia. Ripetere l’operazione se necessario. Applicare con il cotone due tre strati di turapori e, quindi, levigare con carte vetrate, pagliette, ecc. La lucidatura rapprenda, quindi, l’ultima delle operazioni di restauro di un mobile e viene eseguita dopo la sverniciatura e levigatura. La scelta del tipo di lucidatura deve tener conto del mobile che stiamo trattando, nonché dell’uso che dello stesso si intende fare. L’operazione di lucidatura interessa, in genere, i mobili antichi oggetto di restauro. In quest’ultima fattispecie, possiamo optare per una lucidatura “a gommalacca” o “a cera”. La gommalacca si può applicare con un pennello o con uno stoppino o tampone, dipende dal risultato che si vuole ottenere. Per i mobili rustici che sin dall’origine non hanno ricevuto un trattamento accurato (pori aperti), la gommalacca può essere applicata con un pennello; in genere in questo caso si usa il metodo misto nel senso che dopo la verniciatura con gommalacca a pennello i mobili (rustici a pori aperti) si rifiniscono con tampone (detto anche stoppino) . Per ottenere un risultato migliore si usa il tampone al posto del pennello anche per stendere sia la gommalacca che la cera; in questo caso il tutto andrebbe preceduto dalla c.d. operazione di “pomiciatura” per otturare i pori. In realtà, a voler essere più precisi, la lucidatura si potrebbe sdoppiare in tre fasi: la pomiciatura, la “ lucidatura vera e propria”, brllantatura. La pomiciatura serve ad otturare i pori; la lucidatura vera e propria per lucidare il legno, mentre la brllantatura per rendere le superficie più che lucide, brillanti. Tutte queste tre operazione venno eseguite con il c.d. tampone. Esso è costituito da un cuscinetto, formato da un anima interna rappresentata da una pezzuola di lana, avvolta in una tela bianca di cotone e di lino. Per entrambe le tre fasi viene usato il descritto tampone nonché gommalacca diluita nell’alcool, variamente concentrata a secondo della fase: per la pomiciatura (chiusura dei pori) si usa mezzo etto di gommalacca in un litro di alcool, per la lucidatura vera e propria si usa mezzo etto di gommalacca in mezzo litro di alcool, mentre per la lucidatura finale, ossia per la brillantatura si usa lo stesso preparato utilizzato per la lucidatura, avendo l’attenzione di usare un tampone realizzato con una tela di cotone e lino molto più sottile. Per la pomiciatura, la polvere di pomice, impiegata per otturare i pori, non deve essere sciolta nel preparato di gommalacca e alcool ma “stesa”, spolverata” sulla superficie i cui pori occorre otturare, agendo col tampone e la gommalacca sciolta nell’alcool. Per la lucidatura e la brillantaura non usare il tampone impiegato per la pomiciatura, usare un nuovo tampone per ogni fase.Tra la fase della pomiciatura (otturazione pori) e la lucidatura far passare almeno un paio di giorni, e così di seguita tra le varie fasi, per permettere alla gommalacca di asciugare; infatti, l’ acool evapora lasciando un sottilissimo strato di gommalacca che asciugandosi fa risaltare le venature ed il colore del legno. L’arte del lucidare il legno richiede esperienza, manualità, pazienza e tempo, ma si ottengono buone soddisfazioni. Man mano che si procede con le diverse “mani” utilizzare gommalacca sempre più diluita. E’ bene memorizzare che quando parliamo di “mani” non intendiamo quelle tra le varie imbevute del tampone, bensì quelle eseguite in giorni diversi; per uno risultato accettabile effettuare almeno 4/5 mani, dopo la pomiciatura.- Come già detto la brillantature rapprenda l’operazione finale, la più delicata e difficile, ma è anche quella che dà più soddisfazione, è quella che porta al risultato finale, al prodotto finito, al prodotto brillante. Usare, in questa fase gommalacca molto diluita e tamponi realizzati esternamente con un pezzuola di cotone e lino dalla trama sottilissima. – Usando una gommalacca meno diluita sembrerebbe raggiungere prima il risultato con un numero inferiore di mani (far trascorrere almeno due giorni tra due mani consecutiva); è consigliabile usare una gommalacca più diluita e quindi far qualche mano in più, ottenendo un risultato migliore, evitando più facilmente i possibili errori che di certo non mancano. Riguarda l’intervallo di tempo tra una mano e l’altra, diversi anni fa si aspettava anche dieci giorni. Questo anche in considerazione della minore bontà dei prodotto all’epoca esistenti. Quando la gommalacca relativa ad una mano non è asciugata perfettamente, il passaggio del tampone crea le c.d. “bruciature” , ossia asporta parte della gommalacca della precedente mano. In questo caso non sono possibili rimedi, interventi parziali e localizzati laddove si è verificato l’inconveniente. E’ necessario rimuovere , utilizzando lana d’acciaio finissima, per poi iniziare di nuovo tutta l’operazione. La lucidatura attuato con il metodo misto è quella che prevede il passaggio della cera sopra una superficie già trattata con la gommalacca. Quest’ ultima si può stendere col pennello o col tampone, quindi passare tutte le superficie con lana d’acciaio finissimo, spolverando la polvere generata con apposito pennello. Ripetere l’operazione più volte (varie mani) a distanza di almeno un paio di giorni, utilizzando gommalacca sempre più diluita. Se la gommalacca viene stesa con il tampone (in luogo del pennello), iniziare il tutto con l’operazione di pomiciatura ( otturazione pori), procedendo come detto innanzi.

2 commenti:

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